La pioggia è mortalmente noiosa nella nuova serie tv danese targata Netflix
Trama: la pioggia è contaminata da un virus che trasforma il mondo in una scena apocalittica. Per sopravvivere, due fratelli, si rifugiano in un bunker ipertecnologico. Cinque anni dopo sono costretti a lasciarlo e a cercare di sopravvivere là fuori.
The Rain è basato sul racconto di Virginia Bergin, pubblicato nel 2014.
Attenzione: questa recensione non sarà professionale, chiedo scusa per il disagio.
A un certo punto credo di aver continuato a guardarla solo per ridere un po’.
L’idea era carina (anche se non proprio originale), l’intento per una cosa godibile anche, e quindi perché fa così schifo?
Ve lo dico io perché!
Perché pura tua zia, che abita in un paesino sui monti in Abruzzo, ha l’abbonamento a Neflix!
“Ma no, ma la mia povera zia… cosa ha fatto di male?”
Niente, per carità. Stia tranquilla signora, torni pure a mungere le pecore.
Se prima Netflix utilizzava i soldi per produrre poche, ma eccellenti, serie tv, ora per riempire il catalogo e accontentare tutti ne sforna 5 o 6 al mese, e sono tutte soap opere mediocri.
Si senta in colpa, signora abruzzese! Torni su Rai3.
The Rain è un teen drama. È l’Hunger Games dei pigri.
Mi dispiace di aver superato l’età in cui non riesco a guardare una scena di 5 minuti con dei ragazzini che si fanno la doccia senza alzare gli occhi al cielo.
Mi dispiace di non avere più l’età in cui gli intrecci amorosi (certi sfiorano la pedofilia) infiniti mi fanno battere il cuore.
“Ma lei sta con lui, oppure con l’altro? Ma quello biondo piaceva a chi? Ah, a tutte e tre? Ok.”
La trama è ridicola, il plot twist finale è scontato.
Ho in esclusiva per voi la chat segreta degli sceneggiatori di The Rain:
“Sentite, sceneggiatori di film sull’apocalisse degli ultimi vent’anni, possiamo copiare da voi?”
“Si, ma cambiate qualcosa.”
“Ok!”
Ma vogliamo parlare di quanto sia sottotono il pilot? Del modo imbarazzante in cui ci hanno presentato i protagonisti? L’avrei strozzato quel bambino pel di carota che continuava a fare domande.
E stacci rinchiuso in un bunker per 5 anni.
Ho una lista di scene ridicole salvate nella mia memoria, ma non voglio rovinarvi la giornata.
The Rain: vale la pena guardarla?
Si, se avete meno di 16 anni e non avete ancora sviluppato un senso critico.
Pro: l’ambientazione e la fotografia.
Contro: tutto il resto.
Un vero peccato, l’ho iniziata pensando fosse una serie adulta (non mi ero interessata abbastanza, evidentemente), si è rivelata Il Segreto post-apocalittico.
Le tematiche che affronta sono lodevoli: si parla di clima, di ambiente, di tutela del nostro mondo. Ma io ho percepito solo feromoni impazziti di teenager.
[…] Pro: l’ambientazione e la fotografia.
Contro: tutto il resto. […]
Morto xD
😘